sabato 9 novembre 2013

La confraternita delle puttane - Lucrezia Lerro

Mondadori, 2013

Non si salva nessuno in questa storia. E non si salva niente di questo libro di Lucrezia Lerro, ennesima variazione del tema a lei caro del Sud primitivo e cattivo. 

E' la storia di alcune ragazzine che crescono in un paesino del sud degli anni '80, circondate di uomini preda degli istinti più bestiali e di donne/madri meschine. Tutti sono gretti e
cattivi. Il sud narrato è claustrofobico e putrido, abbondantemente stereotipo con incursioni nel macchiettistico. Io che pure sono cresciuta in un paesino del sud degli anni '80 non ricordo e non riconosco tanta bestialità, la narrazione vorrebbe essere realistica ma è francamente inverosimile. 
I personaggi monodimensionali non aiutano: in una narrazione efficace occorrono chiaroscuri, e qui è tutto nero, compresa la trama minima e scontata. Non c'è crescita dei personaggi, non c'è catarsi, solo un susseguirsi di cose spiacevoli che spiegano sempre lo stesso concetto: il sud è il male, gli uomini sono bestie, le donne (e le madri) sono cattive.

 Un'altra spiacevole sorpresa è stata il linguaggio: nei libri precedenti la Lerro aveva dato prova, pur nel ripetersi ossessivo degli stessi temi, di un uso pulito della lingua. Qui i dialoghi sono improbabili, con scelte lessicali incongrue  nel parlato, che risulta poco plausibile e il registro della voce narrante è sciatto e monotòne. O l'autrice, passando dalla narrazione intimistica a un più ambizioso romanzo corale, ha fatto il passo più lungo della gamba, o in Bompiani, sua precedente casa editrice, avevano editor migliori che in Mondadori. 

*Da NON leggere perché:
- è una storia morbosa e senza luce
- è scritto in modo sciatto
- non dice nulla  di nuovo o diverso rispetto agli altri libri dell'autrice

Nessun commento:

Posta un commento